L’ansia si scatena di fronte a situazioni che offrono una promessa di piacere interagente con minacce di dolore. L’aspettativa di piacere procura impulsi espansivi, la paura della sofferenza induce a soffocare il desiderio tanto da scatenare l’ansia. Ogni segnale contradditorio procura inconsciamente impulsi di piacere-dispiacere. La radice del disagio è nel terreno familiare in cui preesistono reciproche aspettative di soddisfazioni. Il bambino vuole dai genitori amore-cibo-contatto-protezione, i genitori vogliono dai figli affetto e compensazione ai propri desideri non realizzati. Per educare e crescere la prole necessitano le frustrazioni, pertanto i genitori divengono il nucleo del piacere-dolore, in egual misura un figlio può deludere tanto da scatenare l’ansia. Lo schema che forma la personalità segue questa sequenza: “impulso verso il piacere-deprivazione-frustrazione-ansia-difesa”. La delusione provoca un trauma tanto che il sangue e l’energia vengono ritirati dalla periferia del corpo che perde il senso dell’equilibrio. Questo avviene perché nel fisico è memorizzata l’esperienza infantile in cui il neonato avendo bisogno di molto contatto quando è messo nella culla piange contraendo il respiro. Se la risposta è costantemente negativa l’impulso a protendersi per avere contatto è contratto e associato alla paura del rifiuto. La contrazione crea un blocco diaframmatico che riduce il flusso energetico verso il basso tanto da provocare la sensazione che la terra può mancare creando inconsapevolmente l’ansia di cadere che si estende in ogni situazione in cui è necessario abbandonarsi come nel sonno, nell’amore, nel ballo e in tutto ciò che produce benessere.
Il conflitto è tra un movimento energetico e un controllo inconscio proteso ad arrestare il movimento stesso; il blocco deriva dalle contrazioni croniche della muscolatura striata soggetta al controllo dell’io quale introiezione inconscia dei limiti ricevuti nei primi sei anni di vita. La contrazione nel diaframma, prodotta nell’infanzia in situazioni di reali paure, ostacola la respirazione profonda limitando l’attività motoria, se il blocco si cronicizza per autodifesa al dolore, si manifestano posture corporee come scoliosi, lordosi, piedi piatti e altro, instaurando la predisposizione all’ansia. Le posture illusoriamente utili alla sopravvivenza non proteggono dall’ansia e dalle malattie psicofisiche, sono la prigione e il tradimento alla salute. Il danno è dovuto al blocco dei canali di comunicazione tra la strettoia del collo e della vita che in stato di equilibrio permettono il libero fluire di tutti i flussi che partendo dal cuore scivolano verso la periferia per donare salute e benessere. I blocchi di questi due canali fanno vivere nel perenne malessere, la psicoterapia Bioenergetica tenendo presente l’inconscio e la qualità delle difese in cui sono congelati i sentimenti limitanti l’equilibrio psicofisico, aiuta la persona ansiosa a liberarsi lentamente dai traumi infantili e dalle paure rimosse. Attraverso il lavoro onirico e corporeo emergono ricordi e dolorose emozioni che nel riviverli attivamente con i movimenti psicofisici bioenergetici aprono i blocchi dei due canali facendo fluire la corrente continua per dare forza, espansione della reale natura e salute radiante.
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