Aprirsi alla vita in modo autonomo |
Ogni tipo di relazione affettiva frustrante manifesta
uno stato di disagio profondo nelle comunicazioni di coppia. Le radici sono
archetipiche e personali dovute a condizionamenti psicofisici familiari, legati
a un senso di inadeguatezza precoce che si perpetua in ogni tipo di relazione. Alla base c’è dipendenza affettiva, paura del
distacco, paura dell’abbandono, paura della solitudine e della vita. Il partner
è considerato come unica condizione di sopravvivenza e fonte di nutrimento
affettivo. Ogni valore personale viene annullato e proiettato sull’oggetto di
amore considerato intelligente, bello affettuoso, pieno di virtù tanto da
oscurare completamente il mondo esterno e sé stessi. La persona dipendente non
sente i propri bisogni, emozioni di rabbia e dolore, nega anche il proprio
valore personale. Si instaura una idealizzazione dell’oggetto amato, una
coazione a ripetere della relazione con il genitore dell’altro sesso, tutta
l’energia personale viene contratta in forti rigidità muscolari che provocano
depressione, ansia, gelosia insicurezza e sensi di colpa. La vittima di turno
crede che i comportamenti ambivalenti e sadici del partener siano provocati dai
suoi limiti personali. Il persecutore è propenso alla manipolazione, si
presenta come la persona più disponibile e innamorata del mondo, ha un fiuto
innato per individuare e agganciare la vittima di turno, sceglie persone
indifese, vulnerabili che una volta agganciate hanno difficoltà ad
allontanarsi. La sottomissione della vittima di turno è talmente elevata che la
persona arriva anche a subire danni fisici. Il partner del dipendente dopo aver
dato l’illusione di esaltare e amare i pregi dell’oggetto di amore, una volta
agganciato inizia a svalutare ogni tipo di limite o debolezza, fisica e
intellettuale, creando confronti con altre persone considerate migliori. Questi
comportamenti provocheranno insicurezza, possessività, controllo e forti
complessi di indegnità. Il circolo vizioso ripete atteggiamenti già vissuti in
famiglia precocemente. La psicoterapia bioenergetica oltre a indagare i vissuti
delle relazioni familiari, sia attraverso i racconti del paziente, che
attraverso l’analisi dei sogni e dell’espressione corporea, lavora sul corpo e
la mente per liberare la persona dai blocchi muscolari di energia stagnante,
approfondire la respirazione, dare al corpo e alla mente forza vitale,
autostima, capacità di protendersi nel mondo con padronanza. La consapevolezza
del valore e dei limiti personali amati e accettati così come sono, induce la
vittima ad aprirsi alla vita con fiducia divenendo calamita di persone positive
e riconoscendo i manipolatori di turno. La differenziazione tra il propri
bisogni di rispetto e amore induce l’ex vittima a saper far allontanare le
persone negative. L’energia frizzante che scivola nel corpo dal centro del
cuore per irrorarsi in tutti gli organi dal basso in alto e in espansione, la
respirazione profonda e il radicamento nella realtà interiore e sociale offrono
dei validi confini per realizzare i propri desideri, congruenti alla realtà
psicofisica ed esteriore, con soddisfazione personale e relazionale che si
espandono nell’amore e nel lavoro, vere sorgenti della vita.