Confrontarsi nella lotta tra maschile e femminile |
Nel terzo anno, specchiandosi, inizia la valutazione del proprio Sé corporeo sentendo un’alternanza di superbia, soddisfazione, colpa e vergogna. La risposta genitoriale a ognuna di queste emozioni contraddittorie è fondamentale, un comportamento bilanciato tra l’esaltazione del bambino e il contenimento permette una crescita armonica dove la vergogna rimane nei confini della sua funzione di adattamento sociale. Una relazione familiare asimmetrica tra “amor proprio esaltato >umiliazione >trionfo >colpa” è troppo invasiva, anche se erroneamente è considerata affettuosa, crea eccessiva eccitazione innestando una spirale: vergogna >rabbia >colpa >orgoglio ferito, la sintesi di emozioni sovrapposte si manifesta in risate isteriche, sperando di creare amicizia, alternate a pianti disperati per eludere la disistima, evitare la disgiunzione del Sé e ristabilire l’unità psicocorporea. L’insieme di emozioni contradittorie innestano la percezione di un mondo persecutorio tanto che la vergogna si amplia nella personalità, ottenebrando la gioia di vivere nella naturale armonia infantile. Nel divenire adulto se la vergogna continua a limitare la vita individuale crea dolore allo stomaco, contrazione negli occhi, ansia, crisi di panico e altri disagi. La consapevolezza che stabilisce la differenza tra vergogna funzionale alla socializzazione e vergogna limitante, assunta attraverso l’analisi dei sogni integrata alla bioenergetica, è il primo passo per protendersi verso la vita con maggior padronanza di sé. La sintonia tra movimento psicofisico e sogni, libera il corpo dalla rabbia incastonata nei blocchi energetici facendo fluire la corrente continua che parte dal cuore rendendo la persona sicura di sé nelle scelte di vita e nel confrontarsi con il mondo esterno sentito come accogliente.
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