Ogni psicoterapia è un lungo viaggio alla scoperta di Sé, talvolta
pieno di paure, resistenze e vergogne, ma la ricompensa è il sentimento che i
propri talenti sono stati usati per la loro espansione con gioia e salute
vibrante. “RIMANDARE A DOMANI” ciò che potresti fare oggi è un problema molto
diffuso, molto GRAVE che spesso è sottovalutato, chiamato “pigrizia”. Alla base
c’è una depressione latente, una mancanza di fiducia nel realizzare i propri
desideri bloccati da numerose stasi di energia che non permettono il libero
fluire della corrente continua che parte dal cuore: “ circolazione sanguigna,
energia, acqua, linfa vitale, flussi interstiziali e intercellulari.” Il
rimandare a domani sarà un continuo PROCRASTINARE, girare intorno a desideri e
obiettivi senza agire e senza programmare comportamenti efficaci mirati alla
realizzazione di ciò che vogliamo veramente. Quando procrastiniamo, nel tempo
ci sentiamo sconfitti, perdiamo l’autostima e la fiducia in noi, ci sentiamo
ingannati e boicottati, sfortunati e inadeguati, s’innesca un condizionamento,
una coazione a ripetere senza soluzioni che può provocare come difesa la
costruzione di un’immagine di sé rigonfia che nasconde e congela: senso
d’inferiorità, invidia verso gli chi riesce a realizzare i propri desideri,
ansia o depressione, paura del confronto con gli altri, fino a chiudersi in se
stessi. Esistono tecniche molto valide per chi ha già svolto un serio lavoro di
psicoterapia bioenergetica, ma inutili per chi non è a contatto con l’inconscio
e le emozioni, con chi è privo di consapevolezza delle radici del problema, per
chi ha una energia bloccata. Smettere di procrastinare è difficile come una
qualsiasi dipendenza, è indispensabile esserne consapevoli, aprire le
strozzature energetiche, liberarsi dai traumi del passato, dalle paure,
vergogne, assurdi sensi di colpa misconosciuti, verso i genitori e talvolta
anche verso i propri avi. Spesso la resistenza ad agire per risolvere il
problema del “ rimandare a domani “si attribuisce alla mancanza di tempo o agli
altri che ci ostacolano. Riuscire a sentire che noi siamo attori, registi e
produttori della nostra vita è il primo passo verso l’impegno della nostra
vita per ottimizzare le proprie
reali virtù, protendendoci verso il mondo con padronanza. La decisione di
cercarsi un aiuto richiede umiltà e sacrificio, ma il premio finale lo
abbracciamo nel momento in cui sentiamo che siamo riusciti a esistere padroni
del nostro destino. Purtroppo le parole non bastano, se il nostro respiro è
trattenuto nel diaframma, se lo sterno è così contratto che non permette il
libero fluire di tutti i flussi corporei, se abbiamo una contrazione nella
mascella o nella zona oculare il nostro corpo e la nostra mente sono come una
pianta a cui arriva poca acqua,
luce e ossigeno per sopravvivere a malapena. Arrendersi al corpo ci rende UMILI
e VINCITORI perché implica la rinuncia a un’immagine gonfia dell’io che copre e
compensa sottostanti sensi di inferiorità inconsciamente evitati per non
sentire l’umiliazione. Pienamente consapevoli dei nostri limiti e dei nostri
talenti, psicofisicamente congruenti alla nostra realtà interiore ed esteriore,
liberi dai blocchi energetici e respiratori, l’energia frizzante fluisce
donando salute e comportamenti efficaci per realizzare i nostri desideri per
esistere in ciò che siamo e vogliamo.
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